RIVOLUZIONATE TUTTE LE CONOSCENZE SULL’EVOLUZIONE DELL’UOMO?

Una scoperta eccezionale rischia di sconvolgere quanto sappiamo oggi sulla evoluzione umana. Di cosa si tratta? Sono stati rinvenuti reperti risalenti ad un milione di anni fa.

Un ritrovamento che stravolge le conoscenze sull’evoluzione dell’uomo! In Etiopia è stata ritrovata da un gruppo di archeologi Italo/Spagnoli nell’area di Melka Kunture la più antica officina di utensili in pietra. I dettagli dell’eccezionale ritrovamento sono riportati nell’articolo “A surge in obsidian exploitation more than 1.2 million years ago at Simbiro III (Melka Kunture, Upper Awash, Ethiopia)“, pubblicato dalla rivista Nature Ecology & Evolution.

Come dicevamo la scoperta è di questo di ricercatori (archeologi, geologi, botanici, paleontologi) e nella piccola fabbrica-officina venivano prodotti in serie utensili per svolgere le attività quotidiane trasformando i ciottoli di ossidiana rinvenuti lungo il fiume.

Questa scoperta getta dubbi e incertezze su quanto è stato affermato finora sull’evoluzione umana. Infatti, i ritrovamenti sono così importanti da far pensare che probabilmente bisognerà riscrivere la storia dell’uomo.

Gli ominidi quindi, già un milione di anni fa, ovvero 500mila anni prima rispetto a quanto si supponeva finora, già interagivano e si creavano nuove opportunità di sopravvivenza con nuove tecniche e facendo tesoro delle abilità acquisite.

Dagli studi è emerso che nella officina venivano fabbricati utensili in serie da impiegare per le quotidiane attività. Gli strumenti presenti nell’officina permettevano di trasformare i ciottoli di ossidiana che venivano ritrovati nel corso d’acqua.

Il ritrovamento è avvenuto a Simbiro, nell’area archeologica di Melka Kunture, in Etiopia, un sito a circa 50 km a sud di Addis Abeba, nell’alta valle dell’Auasc, a duemila metri d’altitudine.

Prima dell’officina, l’ultima scoperta importante è avvenuta nel 2018 ed ha riguardato il ritrovamento delle orme di un bambino risalenti a 700mila anni fa.

La missione archeologica è stata finanziata dal ministero degli Esteri e dall’Università La Sapienza di Roma. Tra i ricercatori che hanno fatto parte del gruppo di lavoro diretto da Margherita Mussi (Università La Sapienza, Roma), anche due ricercatrici del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’Università di Cagliari: la geoarcheologa Rita Melis e la vulcanologa Laura Pioli.