Giornata Mondiale del Suolo: Un Appello per il Futuro del Pianeta

Il 5 dicembre, il mondo celebra la Giornata Mondiale del Suolo, un evento istituito nel 2014 dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della salute del suolo. Questa ricorrenza è anche un invito a tutti – governi, organizzazioni e cittadini – a riflettere e agire per preservare una risorsa fondamentale ma spesso sottovalutata. Perché il suolo è fondamentale? Il suolo non è solo un supporto fisico per la vegetazione: è un ecosistema vivente e dinamico che svolge funzioni cruciali per la vita sulla Terra. Tra i suoi ruoli principali: Le minacce al suolo Purtroppo, questa risorsa vitale è continuamente sotto pressione. I principali pericoli includono: Secondo la FAO, circa il 33% dei suoli mondiali è già degradato, con conseguenze disastrose per l’agricoltura, la biodiversità e la qualità della vita. Il tema 2024: Investire nel suolo per un futuro sostenibile Ogni anno, la Giornata Mondiale del Suolo si concentra su un tema specifico. Per il 2024, il focus è sull’importanza di investire nella salute del suolo come mezzo per garantire sicurezza alimentare, mitigare i cambiamenti climatici e proteggere gli ecosistemi. L’evento a Grottaferrata Nel contesto di questa celebrazione globale, ci sarà un evento speciale il 5 dicembre, alle ore 18:00, presso il Centro Socioculturale di Viale Dusmet n.20, a Grottaferrata. Questo incontro non si limita a sottolineare l’importanza del suolo a livello globale, ma offre anche uno sguardo approfondito sulla situazione locale e internazionale. Tra i protagonisti: L’evento sarà un’opportunità per comprendere meglio le minacce al nostro suolo e per condividere idee su come proteggere questa risorsa essenziale. Un invito all’azione La Giornata Mondiale del Suolo ci ricorda che tutti possiamo fare la nostra parte. Adottare pratiche sostenibili, ridurre l’uso di pesticidi, supportare l’agricoltura biologica e preservare le aree verdi sono solo alcune delle azioni che possiamo intraprendere per contribuire alla salute del suolo. Informazioni sull’evento
Palazzo Savelli di Albano Laziale: Un Viaggio Tra Storia e Trasformazioni

Nel cuore pulsante di Albano Laziale, un imponente edificio racconta secoli di storia e di trasformazioni: Palazzo Savelli. Originariamente costruito come fortezza nel XIII secolo, il palazzo ha attraversato una serie di evoluzioni che ne hanno modificato la funzione e l’aspetto, adattandosi ai cambiamenti storici e politici. Oggi, rappresenta non solo un’importante testimonianza del passato medievale della città, ma anche un simbolo della sua identità culturale e amministrativa. Dai Fasti Medievali alla Residenza Nobiliare La costruzione del palazzo risale a circa il 1200, sotto l’impulso della famiglia Savelli, una delle più potenti casate romane dell’epoca. Luca Savelli, o suo figlio Giacomo, avviarono l’edificazione di una fortezza difensiva che avrebbe dominato la zona, approfittando della sua posizione strategica lungo la via Appia, una delle arterie principali dell’impero romano. La vicinanza ai Cisternoni romani, grandi e imponenti strutture di acquedotto, aumentava il valore e l’importanza del luogo. Nel corso dei secoli, l’edificio fu oggetto di numerosi ampliamenti e modifiche, riflettendo il passaggio da struttura difensiva a residenza aristocratica. Fu nel Seicento che i Savelli decisero di trasformare la loro fortezza in una lussuosa dimora, adattandola ai gusti del tempo. Tuttavia, le difficoltà economiche della famiglia, che avevano minato la sua prosperità, portarono alla vendita del feudo nel 1697 alla Camera Apostolica, per una somma considerevole di 440.000 scudi pontifici. Un Palazzo al Servizio della Chiesa e della Nobiltà Con l’acquisizione da parte della Chiesa, Papa Benedetto XIV decise di adattare il palazzo a residenza per ospiti illustri, tra cui la famiglia Stuart, che portò un tocco di raffinatezza e prestigio. Nel XVIII secolo, tuttavia, il palazzo subì alcune modifiche strutturali, tra cui l’abbattimento di alcune sue parti voluto da Papa Pio VI per ampliare la via Appia. Un altro importante intervento avvenne nel 1854, quando vennero apportate ulteriori modifiche che alterarono definitivamente l’aspetto originale dell’edificio. Un Simbolo della Città Moderna Con l’annessione del Lazio al Regno d’Italia nel 1870, Palazzo Savelli divenne la sede del comune di Albano Laziale, un ruolo che conserva ancora oggi. Oggi, il palazzo non è solo il centro amministrativo della città, ma rappresenta anche un simbolo di identità storica. La sua maestosità è visibile nella sala nobile, utilizzata per le riunioni del consiglio comunale, e nell’imponente scalinata che porta al piano principale, uno dei tratti distintivi del palazzo. Restauro e Valorizzazione del Patrimonio Storico Per garantire la conservazione e la valorizzazione di un edificio così ricco di storia, è stato avviato un ambizioso progetto di restauro e consolidamento. Il progetto, che ha ottenuto un finanziamento complessivo di 2,5 milioni di euro, di cui 2,37 milioni provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e circa 131.700 euro dal Comune, prevede interventi mirati a preservare la struttura originaria e a migliorarne la funzionalità. Questo investimento non solo tutela un patrimonio storico, ma contribuisce anche al rinvigorimento culturale e turistico della città, attirando visitatori e rafforzando il legame tra passato e presente. Palazzo Savelli, quindi, non è solo una residenza storica, ma una parte vitale della memoria collettiva di Albano Laziale. Attraverso il restauro e la valorizzazione, il palazzo continua a vivere come un punto di riferimento per la comunità, testimoniando le sue radici e guardando al futuro con un occhio attento alla conservazione del patrimonio storico.
Parco delle Favole Incantate: La Magia del Natale ad Ariccia

Con l’arrivo delle festività natalizie, Ariccia si trasforma in un luogo da fiaba grazie al suggestivo Parco delle Favole Incantate, un evento che ogni anno incanta grandi e piccini con le sue spettacolari luminarie artistiche e un’atmosfera unica. Dal 23 novembre 2024 al 12 gennaio 2025, il parco accoglierà i visitatori con un programma ricco di emozioni e sorprese, regalando momenti indimenticabili per tutta la famiglia. Un’Inaugurazione da Non Perdere Il Parco delle Favole Incantate aprirà ufficialmente le sue porte il 23 novembre con una cerimonia inaugurale carica di magia e divertimento. Alle 17:30, il noto comico Martufello sarà protagonista di uno spettacolo che darà il via all’evento, seguito dal coinvolgente Musical delle LOL e Stitch, perfetto per i più piccoli. Il giorno successivo, domenica 24 novembre, sarà la volta dello spettacolo delle marionette, un omaggio all’antica arte del teatro dei burattini che incanterà adulti e bambini. Un Percorso Magico nel Cuore del Parco Chigi Il Parco Chigi, con la sua cornice storica e naturale, offre uno scenario ideale per ospitare questo percorso di oltre un chilometro, dove i visitatori potranno immergersi in un mondo incantato. Le luminarie di quest’anno sono state completamente rinnovate: installazioni ancora più grandi, giochi di luce sorprendenti e nuovi temi ispirati alle fiabe della Walt Disney e ai personaggi Marvel renderanno l’esperienza ancora più emozionante. Durante il percorso, le famiglie incontreranno mascotte pronte a intrattenere i più piccoli, mentre i personaggi luminosi delle fiabe e l’inconfondibile figura di Babbo Natale contribuiranno a creare un’atmosfera natalizia indimenticabile. Il 6 gennaio, le Befane rock itineranti porteranno una ventata di allegria, culminando nella rappresentazione del Musical di Frozen, un evento da non perdere. Orari e Dettagli Utili Il Parco sarà aperto tutti i giorni con i seguenti orari: Non è richiesta prenotazione: i biglietti possono essere acquistati direttamente all’ingresso. I prezzi, pensati per soddisfare ogni esigenza, sono i seguenti: Anche gli animali sono ammessi, rendendo l’esperienza accessibile a tutta la famiglia, compresi gli amici a quattro zampe. Un Evento Perfetto per le Festività Oltre a immergersi nella magia delle luminarie, i visitatori possono approfittare della posizione strategica del Parco per scoprire le bellezze di Ariccia, famosa per la sua porchetta e il fascino unico dei Castelli Romani. Nei pressi del parco, è possibile parcheggiare comodamente, con un ampio parcheggio gratuito situato sotto il Ponte di Ariccia, dotato di un ascensore che collega direttamente alla piazza centrale. Magia, Tradizione e Innovazione Il Parco delle Favole Incantate rappresenta una combinazione perfetta tra tradizione e innovazione. Con la sua atmosfera fiabesca e il ricco programma di spettacoli, il parco si conferma una delle attrazioni natalizie più amate del Lazio, capace di richiamare visitatori da ogni parte d’Italia. Per chi cerca un modo originale e coinvolgente per vivere la magia del Natale, questo evento è una tappa obbligata. Questo viaggio tra luci, colori e fiabe non è solo un’occasione per lasciarsi trasportare dalla fantasia, ma anche un modo per creare ricordi preziosi con i propri cari, in un contesto unico e accogliente. Ariccia vi aspetta per vivere un Natale da favola nel cuore dei Castelli Romani.
Il Tennis Mondiale Parla Italiano: Un Trionfo Indimenticabile!

Il 2024 sarà ricordato come l’anno in cui il tennis mondiale ha visto l’Italia trionfare come mai prima d’ora, con un doppio successo che ha lasciato il segno nei cuori di tutti. Campioni del mondo, sia nel settore maschile che femminile, in una straordinaria impresa che sembra quasi incredibile. Coppa Davis e Billie Jean King Cup: due trofei prestigiosi conquistati dall’Italia, un’impresa che nessuno avrebbe potuto prevedere, ma che oggi ci fa brillare di orgoglio. Non si tratta solo delle vittorie individuali di campioni come Jannik Sinner, ma di un trionfo collettivo che ha coinvolto tutti i protagonisti, dal più giovane al più esperto, dal coach alla tifoseria. È una vittoria che racconta di passione, sacrificio e, soprattutto, di un’unità che ha reso possibile l’impossibile. Il Trionfo Maschile: Una Squadra che Non Ha Conosciuto Rivalità Il successo della Coppa Davis 2024 non è solo il merito di Jannik Sinner, anche se il giovane fenomeno ha giocato un ruolo fondamentale con il suo straordinario talento, ma è il trionfo di un intero team che ha dato il massimo, giocando con cuore e determinazione. Matteo Berrettini, la roccia della squadra, ha saputo far sentire la sua presenza con la forza e la potenza del suo gioco. Lorenzo Musetti, Simone Bolelli e Andrea Vavassori sono stati protagonisti cruciali che hanno portato l’Italia al titolo. Ma è stato soprattutto Filippo Volandri, l’allenatore che aveva fatto sognare il tennis italiano da giocatore, a guidare la squadra verso la gloria. La sua esperienza e la sua leadership sono state fondamentali per trasformare il sogno in realtà. Il Trionfo Femminile: Una Conquista che Ha il Cuore e la Forza di Tatiana Garbin Il trionfo delle donne nella Billie Jean King Cup è altrettanto emozionante, non solo per la qualità del tennis che le azzurre hanno espresso, ma per la storia che c’è dietro. La squadra femminile italiana ha vinto con una determinazione straordinaria, portando a casa il titolo mondiale grazie alle prestazioni eccellenti di Jasmine Paolini, Sara Errani e delle altre protagoniste, che hanno dato vita a una vittoria corale, senza eguali. Ma dietro questo trionfo c’è una figura che ha reso tutto ancora più speciale: Tatiana Garbin. La sua carriera da tennista, sempre caratterizzata da grinta e passione, è stata coronata da una vittoria ancora più grande. Pochi mesi fa, Tatiana ha vinto una battaglia ben più difficile: quella contro il cancro. La sua forza e il suo coraggio sono diventati un esempio per tutti. La sua guida nella Billie Jean King Cup è stata una delle chiavi del successo, e questa vittoria porta con sé anche il messaggio che, anche nelle difficoltà più grandi, si può vincere. Malaga, Una Settimana da Ricordare Tutto si è consumato nella splendida città di Malaga, una location che rimarrà per sempre nella memoria di tutti gli sportivi italiani. Una settimana che ha visto l’Italia dominare il panorama mondiale del tennis, una settimana che ha unito tutti, tifosi, giocatori, allenatori, in un’esperienza senza pari. Ogni singola vittoria, ogni singola partita, ha contribuito a costruire questo sogno che oggi ci sembra quasi incredibile, ma che è reale. Un sogno che è stato possibile solo grazie alla forza e all’unità di tutti i membri dei team, e grazie a coach come Volandri e Garbin, che hanno creduto in ogni singolo atleta e hanno saputo tirare fuori il meglio da ciascuno. Non è Solo la Vittoria di Sinner, è la Vittoria di Tutti! Quando pensiamo alla Coppa Davis e alla Billie Jean King Cup, non possiamo limitare il nostro orgoglio a un singolo nome. Certo, Sinner è il nostro capitano, il nostro fuoriclasse, ma questa vittoria è il frutto di un lavoro di squadra, di sacrifici quotidiani e di una passione che non ha mai smesso di bruciare. Matteo Berrettini, Jasmine Paolini, Sara Errani, ma anche Lorenzo Musetti, Simone Bolelli, e tutti gli altri protagonisti, hanno dato una parte di sé per raggiungere questo storico trionfo. Questo è il tennis italiano: una squadra che si compone di campioni, sì, ma soprattutto di persone con un cuore grande come il loro talento. E poi ci sono loro, Volandri e Garbin, che con il loro spirito da veri leader hannosaputo motivare i propri atleti e guidarli verso una vittoria che non dimenticheremo mai. La loro capacità di costruire un team vincente è stata essenziale per raggiungere il massimo. Una Vittoria che È Più di un Titolo Questo non è solo un successo sportivo: è la prova che quando una nazione si unisce, quando atleti e allenatori lavorano in sinergia, e quando c’è passione, sacrificio e determinazione, nessun traguardo è troppo lontano. Il tennis italiano ha mostrato al mondo che l’eccellenza è il risultato di una crescita costante, di un lavoro che non conosce pause, e di un amore per lo sport che è capace di fare miracoli. E tutto questo, nel 2024, è diventato realtà. Una settimana a Malaga che tutti gli sportivi italiani ricorderanno per sempre, una settimana che ha cambiato il volto del tennis mondiale. Un trionfo stratosferico che ha segnato un punto di svolta. Il tennis mondiale ora è italiano, e l’Italia non ha intenzione di fermarsi. Italia: Un Trionfo Senza Pari nella Storia dello Sport Mondiale L’Italia ha scritto una pagina leggendaria nel libro dello sport mondiale, raggiungendo un trionfo senza precedenti che entrerà per sempre nei cuori degli italiani e degli appassionati di sport di tutto il mondo. Un’impresa che va ben oltre il semplice successo agonistico: per la prima volta nella storia, una nazione è riuscita a conquistare il titolo di campione del mondo sia nella categoria maschile che femminile, in una delle competizioni sportive più prestigiose e seguite del pianeta. Un doppio trionfo che ha scosso le fondamenta del panorama sportivo internazionale, dando il giusto riconoscimento a una generazione di atleti che, con il sudore, il sacrificio e la passione, ha scritto un capitolo indimenticabile nella storia del tennis mondiale. Il Doppio Trionfo: Un’Impresa Storica Quello che sembrava un sogno irraggiungibile, è diventato realtà. L’Italia ha dominato
Le Farnie vetuste del bosco del Cerquone

Sabato 23 novembre alle ore 9:30, il Parco dei Castelli Romani, in collaborazione con ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), invita tutti gli amanti della natura a partecipare a un’iniziativa speciale: “Alla scoperta delle Farnie vetuste del Bosco del Cerquone”. Questo evento gratuito offre l’occasione di immergersi in un contesto naturale unico, dove biodiversità, storia e paesaggio si intrecciano in un’esperienza indimenticabile. Il valore degli alberi monumentali L’iniziativa punta i riflettori su due esemplari arborei di farnia, censiti nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia stilato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf). Questo prestigioso elenco raccoglie gli alberi che si distinguono per criteri quali età, dimensioni, rarità, e valore ecologico, senza trascurare l’importanza storica, culturale e paesaggistica. Le farnie del Bosco del Cerquone rappresentano veri e propri tesori naturali, simboli di resilienza e custodi di un ecosistema ricco e variegato. Un albero monumentale non è solo un elemento naturale di grande bellezza, ma anche un testimone silenzioso del tempo. Le sue dimensioni imponenti e la sua longevità offrono rifugio a numerose specie animali, oltre a costituire una memoria vivente del paesaggio e delle tradizioni locali. Il Bosco del Cerquone: un ambiente di straordinaria biodiversità Il Bosco del Cerquone, situato nel cuore dei Castelli Romani, è una Zona Speciale di Conservazione (ZSC), protetta per il suo straordinario valore ecologico. Questo ambiente unico, caratterizzato da condizioni climatiche fresche e umide, rientra nella tipologia di bosco mesofilo, dove prosperano esemplari arborei di grandi dimensioni. Durante l’evento, i partecipanti avranno l’opportunità di esplorare questo habitat guidati dai Guardiaparco e dagli esperti di ISPRA, che illustreranno la biodiversità del bosco, le sue particolarità ecologiche e le sue fragilità. Le farnie vetuste, con la loro imponenza e il loro valore simbolico, saranno il fulcro di questo viaggio naturalistico, un’occasione per riflettere sull’importanza della tutela del patrimonio ambientale. Un’esperienza educativa e coinvolgente L’evento è pensato per tutte le età ed è un’opportunità unica per avvicinarsi alla natura in modo consapevole e partecipativo. La scoperta delle farnie vetuste diventa un pretesto per approfondire la conoscenza del territorio, delle sue peculiarità e delle azioni necessarie per preservarlo. I partecipanti potranno scoprire come il Bosco del Cerquone, con la sua ricca vegetazione e la sua fauna, rappresenti un microcosmo perfetto per comprendere il delicato equilibrio degli ecosistemi forestali. Saranno trattati temi quali la gestione sostenibile delle aree protette, l’importanza della conservazione della biodiversità e il ruolo delle comunità locali nella salvaguardia del paesaggio. Informazioni pratiche La partecipazione all’evento è gratuita, ma è necessaria la prenotazione. Il punto di ritrovo e ulteriori dettagli organizzativi verranno forniti agli iscritti. Per prenotarsi, è possibile accedere al modulo online attraverso il link dedicato. Si consiglia un abbigliamento comodo e adatto a una passeggiata in ambiente boschivo, inclusi scarpe robuste e, in caso di maltempo, una giacca impermeabile. Perché partecipare L’iniziativa “Alla scoperta delle Farnie vetuste del Bosco del Cerquone” è più di una semplice passeggiata nella natura. È un viaggio alla scoperta delle meraviglie del nostro patrimonio ambientale, un’occasione per ammirare la bellezza incontaminata di un bosco antico e per imparare a rispettarlo. Partecipando, non solo ci si immerge in un contesto di rara bellezza, ma si contribuisce a diffondere una cultura della sostenibilità e della conservazione, valori fondamentali per il futuro del nostro pianeta. Se siete appassionati di natura, curiosi di conoscere le storie che gli alberi secolari possono raccontare o semplicemente in cerca di un’esperienza rigenerante a contatto con il verde, non lasciatevi sfuggire questa occasione unica.
Vulcano Laziale: dove si trova, storia e rischi per i Castelli Romani e Roma

Il Vulcano Laziale, conosciuto anche come Vulcano dei Colli Albani, è un antico complesso vulcanico situato nei pressi di Roma, nella regione dei Castelli Romani. Nonostante sia quiescente, esso rappresenta un elemento chiave per comprendere la storia geologica e naturalistica dell’area. Questo articolo esplora la sua formazione, le eruzioni che ne hanno modellato la struttura, e i potenziali rischi sismici e vulcanici che ancora oggi interessano questa zona densamente popolata. Cos’è il Vulcano Laziale? Dal punto di vista geologico, il Vulcano Laziale è un stratovulcano complesso, la cui attività iniziò circa 600.000 anni fa e si concluse circa 20.000 anni fa. Tuttavia, alcune manifestazioni vulcaniche minori potrebbero essersi verificate in epoche più recenti. Le sue eruzioni hanno generato un paesaggio unico, con la formazione di caldere, coni vulcanici e depositi piroclastici. I laghi Albano e Nemi, due bacini vulcanici tra i più noti, sono frutto delle ultime fasi dell’attività eruttiva. Attualmente, il vulcano è considerato dormiente, ma viene attentamente monitorato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) per segni di eventuale riattivazione. Storia geologica La storia del Vulcano Laziale è suddivisa in tre fasi principali: Fase Tuscolano-Artemisio (600.000-350.000 anni fa) Questa fase iniziale vide la formazione della struttura primaria del vulcano attraverso potenti eruzioni esplosive e colate di lava. Il collasso della sommità del vulcano generò una caldera ampia, circondata da rilievi come Monte Tuscolo e Monte Artemisio. Fase delle Faete (350.000-270.000 anni fa) Durante questa fase si sviluppò un nuovo vulcano all’interno della caldera precedente. Le colate laviche e le eruzioni stromboliane formarono coni secondari, come Monte Cavo. Importante in questa fase fu anche la colata di Capo di Bove, che si estese fino all’Appia Antica. Fase Idromagmatica (200.000-20.000 anni fa) L’ultima fase fu caratterizzata dal contatto tra magma e acque sotterranee, che provocò eruzioni esplosive. Questo processo creò i “maar”, come i laghi Albano e Nemi, e depositi di peperino utilizzati fin dall’antichità per la costruzione. Impatto sull’ambiente e sull’uomo Le eruzioni del vulcano hanno reso il terreno fertile, favorendo una ricca biodiversità. Il territorio è oggi protetto dal Parco Regionale dei Castelli Romani, che ospita boschi, laghi e colline vulcaniche. Dall’antichità, l’uomo ha sfruttato le risorse vulcaniche: i Romani utilizzavano materiali come il peperino per costruire strade e templi, e introdussero coltivazioni come vite e ulivo, che ancora oggi rappresentano eccellenze locali. Rischi sismici e vulcanici Nonostante la sua inattività, il Vulcano Laziale non è privo di rischi. L’area mostra segni di attività residua, come emissioni gassose, deformazioni del terreno e scosse sismiche. Eventi significativi legati al vulcano includono: 1438: uno sciame sismico colpì l’area, causando danni significativi. 1927: un terremoto localizzato fu avvertito in diverse città dei Castelli Romani. La probabilità di una nuova eruzione è considerata bassa, ma il vulcano è monitorato costantemente per evitare sorprese. La presenza di una popolazione numerosa rende fondamentale la pianificazione di emergenza in caso di eventi geologici estremi. Il Vulcano Laziale non è solo una testimonianza della complessa storia geologica del Lazio, ma un elemento che continua a influenzare il paesaggio e la vita dei Castelli Romani. La sua presenza ricorda l’importanza di convivere in armonia con un territorio modellato da forze naturali imponenti, mantenendo alta l’attenzione sui rischi naturali che possono emergere anche in tempi moderni.020: scossa di magnitudo 3.0 con epicentro a Lariano.
Ciclo di Incontri “Un Altro Mondo è Possibile” ad Albano Laziale

Giovedì 21 novembre 2024, dalle 16:00 alle 18:00, Piazza della Rotonda di Albano Laziale sarà teatro di un evento inclusivo e creativo organizzato dall’Assessorato alle Pari Opportunità. Il progetto mira a raccogliere idee e contributi attraverso un laboratorio artistico condotto da Irene Coscarella, con l’obiettivo di promuovere una visione condivisa di cambiamento sociale. Dettagli principali: Obiettivo dell’iniziativa: Durante l’incontro, i partecipanti saranno guidati nella creazione di frasi e immagini che rappresentano la possibilità di un mondo diverso, basato su uguaglianza, inclusione e rispetto reciproco. Questo evento si inserisce in un ciclo di appuntamenti culturali dedicati all’impegno sociale e artistico nel territorio di Albano. Per ulteriori informazioni:
Il miglior vino novello d’Italia: un trionfo dei Castelli Romani

Il premio per il miglior vino novello d’Italia nel 2024 va a “Note d’Autunno”, prodotto dalle Cantine Volpetti di Ariccia, nel cuore dei Castelli Romani. Questo risultato eccellente è stato decretato durante la XVIII edizione del prestigioso Concorso Nazionale di Miglior Vino Novello d’Italia, tenutosi dal 14 al 16 novembre a Roma, nell’ambito dell’evento Excellence Food Innovation presso la tribuna autorità dello Stadio Olimpico. Un podio prestigioso La competizione ha visto una giuria composta da esperti del settore: Daniele Lombardi, enologo; Ilenia Canino, sommelier dell’AIS; e Gianluca Marchesani, giornalista sommelier e ambasciatore delle Città del Vino. Dopo un’attenta degustazione, il titolo di miglior vino novello d’Italia è stato assegnato a “Note d’Autunno”. Il podio del concorso si è completato con: Le caratteristiche di “Note d’Autunno” Prodotto con uve Sangiovese e Montepulciano, “Note d’Autunno” è il frutto della tecnica della macerazione carbonica, un processo che dura dai 6 ai 7 giorni. Il vino, con un grado alcolico di 11,5%, si distingue per il suo colore rosso porpora e il profumo fresco e fermentato. Al palato risulta delicato e fruttato, rendendolo un’ottima scelta per accompagnare piatti autunnali e invernali, soprattutto a base di carne. È perfetto anche con le tradizionali caldarroste. La temperatura di servizio ideale è tra i 10 e i 12 °C. La crisi del vino novello Nonostante questo successo, il vino novello attraversa un momento di difficoltà. Sabrina Alfonsi, assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale, ha sottolineato l’importanza della vittoria delle Cantine Volpetti come simbolo di speranza per il settore. Secondo l’assessora, il calo dei consumi degli ultimi anni è legato a un cambiamento nelle abitudini, con i consumatori che prediligono qualità e quantità ridotte. Ha inoltre dichiarato: «Il vino novello può rappresentare una chiave per avvicinare i giovani al mondo del vino, rompendo l’idea che sia un prodotto minore rispetto ai vini strutturati». Verso una normativa più rigorosa Secondo Tommaso Caporale, direttore dell’Istituto Nazionale del Vino e dell’Olio Novello, una revisione delle norme sulla produzione del vino novello potrebbe migliorare ulteriormente la qualità del prodotto. Attualmente, la legge italiana prevede che solo il 40% delle uve sia sottoposto a macerazione carbonica, mentre il restante 60% può essere trattato con tecniche tradizionali. Caporale propone di innalzare questa soglia e introdurre un sistema di certificazione specifico per le cantine che utilizzano esclusivamente la macerazione carbonica. Un confronto interessante si può fare con il Beaujolais Nouveau francese, prodotto interamente con questa tecnica, e noto per la sua alta qualità. Macerazione carbonica: il segreto del vino novello Per comprendere la peculiarità del vino novello, è fondamentale distinguere tra “vino nuovo” e “vino novello”. Il primo è semplicemente il vino dell’ultima vendemmia, ottenuto con metodi tradizionali. Il novello, invece, è prodotto con la macerazione carbonica, un processo che consiste nel porre grappoli interi in contenitori ermetici saturi di anidride carbonica. Questo ambiente privo di ossigeno innesca una fermentazione intracellulare che, in pochi giorni, estrae aromi freschi e fruttati. Il risultato è un vino leggero, aromatico e pronto da bere, ma non adatto all’invecchiamento. La sua freschezza lo rende perfetto per il consumo immediato, con una finestra di commercializzazione limitata: dal 30 ottobre al 31 dicembre dell’anno della vendemmia. Un futuro promettente per il novello italiano Il successo di “Note d’Autunno” delle Cantine Volpetti rappresenta una spinta per rivalutare il vino novello italiano. Questo prodotto, spesso sottovalutato, ha tutte le carte in regola per attrarre nuovi appassionati, soprattutto tra i giovani. Con l’attenzione alla qualità e l’eventuale aggiornamento delle normative, il novello potrebbe vivere un vero rinascimento, partendo proprio dai Castelli Romani, territorio ricco di tradizione enologica e innovazione.
Intervista a Augusto Cristofari, CEO di Italia Opere SPA

Costruttori di Certezze, esperti in innovazione e qualità nel mondo delle costruzioni D: Signor Cristofari, Italia Opere SPA è ormai un nome riconosciuto nel panorama delle costruzioni italiane. Ci può raccontare la storia dell’azienda e come è riuscita a diventare un punto di riferimento nel settore?A.C.: Italia Opere SPA è stata fondata con una missione chiara: costruire opere di alta qualità che possano resistere alla prova del tempo. Nel corso degli anni, abbiamo investito molto in ricerca e sviluppo, unendo esperienza e innovazione. La nostra azienda ha evoluto il proprio approccio, affrontando sempre progetti ambiziosi e complessi. Con un team altamente qualificato, composto da ingegneri, architetti e tecnici, siamo riusciti a diventare un leader nel nostro campo, impegnandoci costantemente per soddisfare le esigenze dei nostri clienti e offrire soluzioni che rispondano alle sfide moderne. D: Oggi parliamo spesso di “innovazione” nel settore delle costruzioni. Come si inserisce Italia Opere in questo contesto? Qual è il ruolo della tecnologia nelle vostre operazioni?A.C.: L’innovazione è fondamentale per noi. Abbiamo sempre cercato di rimanere all’avanguardia, utilizzando le tecnologie più moderne per ottimizzare i nostri processi. Da una parte, questo significa investire in macchinari avanzati, come escavatori intelligenti e autobetoniere a controllo numerico, che ci permettono di lavorare con maggiore efficienza e precisione. Dall’altra, ci sono i software di gestione cantiere, che monitorano in tempo reale i progressi e ci consentono di fare scelte più consapevoli e tempestive. In sostanza, la tecnologia ci aiuta a ridurre i tempi di costruzione, migliorare la qualità delle opere e ridurre l’impatto ambientale. D: Parliamo ora di alcuni dei progetti più rilevanti che Italia Opere ha realizzato negli ultimi anni. Uno dei più significativi è sicuramente il polo logistico di Amazon a Colleferro. Come è stato affrontato questo progetto complesso?A.C.: Il progetto per Amazon è stato un grande esempio di capacità tecnica e gestione efficiente. Abbiamo dovuto costruire una struttura logistica multimodale, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e alla funzionalità. Le tempistiche erano molto strette, e questo ci ha spinto a sfruttare al massimo la nostra flotta di macchinari pesanti per le operazioni di scavo e fondazioni, come escavatori, gru mobili e macchinari per la posa di pavimentazioni industriali. Inoltre, abbiamo implementato infrastrutture stradali complesse e sistemi di smaltimento delle acque, per garantire che la struttura fosse pronta a gestire i flussi logistici in modo efficace e sicuro. È stata una sfida, ma grazie al nostro team e alla tecnologia che impieghiamo, siamo riusciti a completarlo nei tempi previsti, senza compromettere la qualità. D: Un altro progetto che ha attirato la nostra attenzione è la bretella di raccordo tra Via Salaria e Passo Corese. Quali sono state le principali difficoltà e come le avete superate?A.C.: Questo progetto è stato fondamentale per migliorare la viabilità della regione. La realizzazione di un raccordo stradale ha richiesto non solo una pianificazione accurata, ma anche l’utilizzo di tecnologie specifiche per il monitoraggio del terreno e la gestione dei flussi idrici. Abbiamo impiegato grandi escavatori e gru mobili per spostare e posizionare i pesanti ponti e le strutture di supporto, mentre i lavori di pavimentazione sono stati realizzati con l’ausilio di macchinari per la fresatura dell’asfalto. Le sfide principali sono state legate alla gestione del traffico durante la realizzazione e alla necessità di minimizzare l’impatto sull’ambiente circostante, ma con la nostra esperienza siamo riusciti a completare l’opera con successo. D: L’urbanizzazione della località Paolina è un altro progetto molto interessante. Che tipo di innovazioni sono state introdotte in quest’area?A.C.: La località Paolina è un esempio di rigenerazione urbana che coniuga abitazioni moderne e sostenibilità. Abbiamo costruito nuove infrastrutture residenziali e commerciali, ma con particolare attenzione all’ambiente. Per esempio, abbiamo implementato sistemi avanzati di drenaggio delle acque per evitare allagamenti e migliorare la gestione delle acque piovane. Inoltre, abbiamo introdotto soluzioni energetiche ecocompatibili, come impianti fotovoltaici e sistemi di riscaldamento a basso impatto. È stato fondamentale per noi creare uno spazio che non solo fosse vivibile, ma che rispondesse alle esigenze ecologiche del futuro. D: Guardando al futuro, quale direzione prenderà Italia Opere? Ci sono nuovi progetti all’orizzonte?A.C.: Il nostro obiettivo è continuare a crescere in modo sostenibile e ad affrontare nuove sfide. Stiamo esplorando diverse opportunità nel campo delle infrastrutture intelligenti e della mobilità sostenibile, settori che vediamo come fondamentali per lo sviluppo delle città del futuro. Stiamo anche intensificando i nostri investimenti in tecnologie per l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni, per rimanere all’avanguardia in un mondo che sta cambiando rapidamente. In termini di progetti, stiamo già lavorando su diverse opere in ambito logistico e infrastrutturale, con un focus particolare sulla riqualificazione urbana e sul miglioramento della viabilità nelle aree metropolitane. D: Italia Opere è un esempio di come una costruzione responsabile possa andare di pari passo con innovazione e sostenibilità. Cosa direbbe ai giovani che vogliono intraprendere una carriera nel settore delle costruzioni?A.C.: Direi che è un settore in continua evoluzione, dove ci sono enormi opportunità per chi è pronto a mettersi in gioco e ad imparare. La tecnologia è il nostro futuro, e il settore delle costruzioni ha bisogno di giovani talenti che possano portare nuove idee e soluzioni innovative. Se si è appassionati di ingegneria, architettura o tecnologia, il nostro settore offre possibilità infinite. È importante investire nella propria formazione, ma anche sviluppare una mentalità aperta al cambiamento e alla ricerca di soluzioni sempre più sostenibili. D: Grazie, signor Cristofari, per il suo tempo e per averci raccontato la visione di Italia Opere.A.C.: Grazie a voi. È stato un piacere condividere con voi la nostra esperienza e il nostro impegno nel costruire il futuro.
Celebrazioni per il 40° anniversario del Parco dei Castelli Romani a Genzano di Roma

Nella suggestiva ambientazione di Palazzo Sforza Cesarini a Genzano di Roma si è svolto un evento di rilevanza internazionale in occasione del 40° anniversario del Parco Regionale dei Castelli Romani: “I Castelli Romani incontrano l’Argentina”. Questa iniziativa ha trasformato il celebre palazzo in uno spazio di scambio culturale, evidenziando i punti in comune tra Italia e Argentina, legate dalla passione per l’arte, la natura e la cucina. Venerdì 8 novembre, Palazzo Sforza Cesarini ha accolto i partecipanti con un’atmosfera che esaltava la bellezza storica e naturale del luogo, situato sulle rive del Lago di Nemi. Dopo una visita alle sale storiche del palazzo, i presenti sono stati accolti da Emanuela Angelone, direttrice del Parco dei Castelli Romani, e Vanesa Di Martino Creide dell’Ambasciata Argentina, le quali hanno dato il benvenuto sottolineando l’importanza di questo “ponte culturale” tra i due Paesi. “L’evento rappresenta un segno di vicinanza culturale tra Italia e Argentina”, ha detto Angelone, “e ribadisce il valore del Parco come spazio di dialogo tra culture diverse, nel cuore di un territorio unico con laghi, monti e una biodiversità rigogliosa, dominato dalla maestosità di un vulcano quiescente tra i più importanti d’Europa”. Carlo Zoccolotti, sindaco di Genzano, ha espresso il suo apprezzamento per l’impegno del Parco e delle istituzioni regionali nella valorizzazione del territorio. Tra i numerosi sindaci intervenuti c’erano Alberto Bertucci (Nemi), Massimiliano Borelli (Albano Laziale), Francesca Sbardella (Frascati), Emanuela Colella (Ciampino) e Francesco Ferri (Monte Compatri). Anche il Rettore dell’Università di Tor Vergata, Prof. Nathan Levialdi, e un funzionario della FAO erano tra i presenti. Il sindaco ha voluto anche ricordare l’importanza dell’Infiorata come simbolo di pace e inclusione, rinnovando l’invito a partecipare all’edizione speciale per il Giubileo del 2025. Ivan Boccali, commissario straordinario del Parco, ha evidenziato il valore dell’amicizia tra Italia e Argentina e l’opportunità di una collaborazione futura che promuova entrambi i territori. “La fratellanza tra i nostri popoli è profonda e condivisa”, ha sottolineato Boccali, “e sono fiducioso che questo incontro sarà l’inizio di un lungo percorso di cooperazione, che ci permetterà di condividere le nostre tradizioni e bellezze”. L’assessore regionale Giancarlo Righini ha portato i saluti della Regione Lazio, esprimendo gratitudine per il lavoro del Parco nella salvaguardia e valorizzazione del territorio. “Celebrare quarant’anni di storia ci rende orgogliosi del legame con questa terra e dei ponti culturali costruiti con l’Argentina”, ha dichiarato, sottolineando come eventi come questo rappresentino un’opportunità per rafforzare le identità delle due nazioni attraverso la cultura e le tradizioni. Marcelo Martín Giusto, ambasciatore argentino, ha ringraziato per l’accoglienza calorosa ricevuta, dichiarando: “Sono profondamente onorato di trovarmi in un luogo che racchiude un patrimonio naturale e culturale unico. Il Parco dei Castelli Romani rappresenta un simbolo importante per tutta la regione e un legame speciale tra i nostri Paesi”. L’ambasciatore ha concluso ricordando l’importanza della protezione dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, valori condivisi da entrambi i Paesi. La serata ha proseguito con una coinvolgente esibizione musicale del Maestro Mariano Navone al bandoneón, accompagnato dal pianoforte di Alessia Rorato e dalla Maestra Marcela Szurkalo, che ha creato un’atmosfera unica con il suo repertorio di danze e movimenti artistici nella Sala delle Armi di Palazzo Sforza Cesarini. Il pubblico ha avuto così l’opportunità di immergersi nei colori e nelle emozioni dell’Argentina, con una mostra del maestro Manlio Rondoni che celebrava l’anima vibrante del Paese sudamericano. La conclusione dell’evento è stata affidata a una degustazione, che ha saputo unire le specialità culinarie dei Castelli Romani a quelle argentine. Le empanadas e le ciambelline al vino, accompagnate da un assortimento di vini argentini, hanno portato gli ospiti in un viaggio tra i sapori tipici dell’America Latina e dell’Italia, dimostrando ancora una volta la potenza della cultura e della gastronomia nel creare legami profondi. “I Castelli Romani incontrano l’Argentina” si è rivelato un evento indimenticabile, celebrando non solo il 40° anniversario del Parco ma anche l’amicizia tra due popoli. Un’occasione speciale che promette di gettare le basi per future collaborazioni culturali e gastronomiche. Le celebrazioni si sono concluse durante il fine settimana con due eventi dedicati ai cittadini e alla scoperta del territorio. Sabato 9 novembre, i partecipanti hanno percorso un sentiero di 7 km nei boschi di Genzano, accompagnati dall’esperto AIGAE Francesco Caracci per ammirare i colori autunnali. Domenica 10 novembre, un trekking urbano ha permesso di esplorare il centro storico di Genzano con la guida dell’archeologa Maria Cristina Vincenti, offrendo un’esperienza tra viabilità antica e atmosfere del Grand Tour.